Home > Approfondimenti > Lavoro accessorio, numeri record
Lavoro accessorio sempre più diffuso. Secondo i dati recentemente pubblicati dall’Osservatorio statistico dell’INPS, dal 2014 al 2015 il tasso di crescita è stato del 66%. Complessivamente, da agosto 2008 – anno nel quale è iniziata la sperimentazione sull’utilizzo dei voucher per le vendemmie di breve durata – al 31 dicembre 2015 risultano venduti 277,2 milioni di voucher di importo nominale di 10 euro.
È considerato lavoro accessorio qualunque prestazione lavorativa che, con riferimento alla totalità dei committenti, non da luogo a compensi superiori a 7.000 euro netti, annualmente rivalutati e nel corso di ciascun anno civile (1° gennaio – 31 dicembre). Fermo restando il limite complessivo di 7.000 euro, il prestatore di lavoro non può ricevere da un committente imprenditore o professionista, compensi superiori a 2.000 euro netti, annualmente rivalutati. Il superamento di questa soglia determinerà la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato, con applicazione delle sanzioni civili e amministrative se la prestazione è funzionale all’attività di impresa o professionale. Per i percettori di prestazioni integrative del salario (es. CIGO/CIGS) o di sostegno al reddito (es. Naspi) è prevista la completa cumulabilità nel limite complessivo di euro 3.000 netti, annualmente rivalutati. Oltre tale soglia, la cumulabilità è parziale e il percettore è tenuto a darne comunicazione all’INPS prima del superamento. Continua a leggere su gargano.pro
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